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Nella festa c’é il senso anche della morte

L’11 dicembre 2013 sono stati celebrati i funerali di Carmelo Zabbia, papà di Caterina. Riportiamo alcuni brani dell’indirizzo di ringraziamento che Marcello Fedele, marito di Caterina, ha rivolto ai presenti a conclusione della Santa Messa.

Ieri sera durante il momento di preghiera tenuto a casa di mio suocero con tutta la comunità parrocchiale mi è sorta una domanda: cosa lega questo evento così doloroso per me e per tutta la mia famiglia con la festa che stiamo celebrando in parrocchia da parecchie settimane per ricordare i suoi 50 anni? Ho avuto modo così di ripensare alla storia di quest’uomo e della sua famiglia iniziale, quando giunse in questo quartiere prima ancora della edificazione della chiesa e di quando, grazie alla parrocchia, ho conosciuto sua figlia Caterina e tutti gli altri familiari. E così mi sono dato una risposta con un’altra domanda: cosa sarebbe stata la sua vita senza la comunità cristiana di questa parrocchia?

Ciò che posso dire per averlo vissuto intensamente per tantissimi anni è che la sua casa e la parrocchia erano un tutt’uno, la sua vita e quella della parrocchia la stessa cosa. Ma cosa sarebbe stata la mia vita e quella dei tanti altri nostri parenti senza questo legame? Per quanto mi riguarda io ho conosciuto Caterina in parrocchia,, entrambi giovani esponenti dell’Azione cattolica. In questa chiesa ci siamo sposati, abbiamo battezzato, figli e nipoti, abbiamo speso gran parte del nostro tempo e delle nostre fatiche. Ed ecco si avanza una certezza, proprio nel momento della sua dipartita terrena: c’è una storia degli uomini che senza l’avvento della presenza di Dio non avrebbe speranza, si fermerebbe alla morte, vivrebbe solo di ricordi e non di promesse. [….]

 Mio suocero è stato fin dagli anni ’60 un punto di riferimento anche per il quartiere. Tutti i suoi coetanei lo hanno già preceduto in cielo. Ma lui ci ha lasciato una esperienza che continua: quella dell’unità, l’unità in famiglia e tra i vicini di casa. La stessa unità che ha vissuto in parrocchia e che ha sempre indicato a tutti, figli e nipoti. Così come ci ha ripetuto per anni che la vera unità viene da Dio così oggi senza la sua presenza fisica ci sentiamo di ripeterlo tra noi qui presenti. [….]

E’ giunto il momento del saluto, dell’addio, come si dice. Sono certo, perché lui l’ha imparato tra questi banchi e tra questi altari e ce lo insegnato in tanti anni, che possiamo dire che la parola più giusta in questo momento è quella di rivolgerci a-Dio con la certezza che la compagnia che Lui ci ha fatto in questi 50 anni, anche attraverso la persona di Carmelo Zabbia, rimane per sempre perché da sempre è già tra noi.

Marcello Fedele

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